La grafologia è grafo – logia , cioè lo studio del carattere di una persona tramite la propria scrittura.
Jules Crépieux-Jamin, riferimento fondamentale della tradizione grafologia francese, ci descrive così questa disciplina…
“Il punto di partenza della grafologia è il modello calligrafico, la cui imitazione si accompagna a differenze individuali che vanno sempre aumentando man mano che la scrittura diventa più spontanea. Grazie ai vari movimenti necessari alla formazione delle lettere, ognuno imprime a sua insaputa un adattamento ai suoi gesti preferiti, rivelando così il proprio temperamento e carattere.”
Max Pulver, , aggiunge…
“Ciò che parla non è il senso del testo, ma il movimento del nastro grafico. Le parole prendono corpo, fluttuano come piccole stelle sullo sfondo dello spazio bianco, e la lettera finisce col perdere il significato astratto di un segno fonetico convenzionale. Più ancora degli altri elementi essa diventa segno, vessillo, testa, arma, croce, insomma simbolo.”
Ed è proprio per questo che ogni scrittura è diversa dall’altra. E’ la spontaneità, come dice Jules Crépieux-Jamin, a far muovere le nostre mani per creare lettere che leggiamo tutti allo stesso modo, ma che in realtà racchiudono informazioni importanti sulla nostra personalità.
Perché, e Pulver lo sottolinea, le lettere sono simboli, segni che noi possiamo interpretare.
Il vero padre della Grafologia e colui che coniò per primo il termine di questa disciplina, fu il francese Micron, seguito dal suo allievo Crepieux-Jamin. Successivamente si sono interessati alla Grafologia e hanno apportato nuove osservazioni in Germania Klages, in Italia Moretti e in Svizzera Pulver.